Tutti i cani dovrebbero essere presentati puliti e ben toelettati, un bagno fatto un paio di giorni prima dell’expo permette all’”olio naturale” del pelo di ristabilirsi, tuttavia sembra pratica comune di questi tempi “soffiare/gonfiare” il pelo eccessivamente per nascondere difetti strutturali.
Il Bianco dovrebbe essere “gessato” poi spazzolato via senza lasciare residui in quanto e’ ASSOLUTAMENTE VIETATO dal regolamento del KC cosi’ come l’uso di qualsiasi tipo di spray.Il manto del corgi puo’ tranquillamente essere toelettato usando un semplice pettine ed uno spruzzino con acqua.
Trovo preferibile usare guinzagli molto fini in quanto facilmente nascosti quando il cane e’ sul tavolino, in abbinamento ad un collare di catena molto fine. In nessun momento dev’essere lasciato cadere a terra il guinzaglio in quanto permetterebbe al cane di saltare giu’ e ferirsi.
Il cane dev’essere fatto girare ad una velocita’ “NATURALE” cosi da esprimere il movimento libero ed attivo che ci si aspetta da un cane da “lavoro”.Tuttavia molti pensano che correndo per il ring sia il modo in cui il cane “IMPRESSIONI” il giudice, AL CONTRARIO questo generalmente denota che l’handler abbia qualcosada nascondere e che correndo si copra questi difetti, per cui io chiedo sempre di muovere il cane ad una velocita’ NORMALE
Kevin Dover
Belroyd/Pemcader corgis UK
Giudice FCI
Quando e come questa razza sia stata introdotta in Inghilterra non e’ stato esattamente stabilito. Alcuni sostengono che il Corgi Pemborke sia imparentato con il Vastgotaspets, razza svedese da pastore, che presenta numerosi aspetti simili, importata nell’isola britannica dai Vichinghi.
Secondo altri, invece, l’origine del Corgi e’ autoctona, poiche’ in Inghilterra si e’ trovata notizia in documenti storici del X secolo di un “curre” o “cur dog”, vocabolo che significa appunto cane da lavoro e il cui suono e’ molto simile alla pronuncia gallese del termine Corgi.
La zona di origine e di maggior diffusione della razza resta comunque il Galles, il nome gallese del Pemborke e’ “Ci Sodli”, che significa garretto, per indicare la caratteristica abitudine di mordere i garretti alle mucche.
Nelle fattorie gallesi il Corgi svolgeva il compito di cane da pastore guidando la mandria al pascolo, sorvegliandola di notte, riconducendo i soggetti che se ne erano allontanati; durante il trasferimento del bestiame al mercato lo accompagnava lungo il percorso pronto a difenderlo dai numerosi pericoli frequenti nelle zone selvagge.
Il suo aspetto in quei tempi era senza dubbio piuttosto diverso da quello che possiamo osservare oggi. Variava nel tipo e nella taglia a aveva pelo ruvido, ma possedeva lo stesso temperamento attuale.
Ma se da un lato la caratteristica di mordere i garretti era utile nella guida dei bovini, si rivelava un grave errore se applicata alle pecore.
Nel 1880 i pastori del Cardiganshire (oggi Ceredigion), per ovviare a questo problema, pensarono di incrociare il Corgi con il Welsh Collie, altra razza da pastore utilizzata nel Galles e da questo incrocio si ritiene abbia avuto origine la varieta’ Cardigan, che conserva tra le sue catatteristiche il mantello blue merle comune appunto a tutte le varieta’ della razza Collie.
Il Corgi, nonostante le sue doti e le sue capacita’ non comuni, sarebbe rimasto un cane da fattoria se il suo destino non avesse previsto un giorno l’incontro con una bambina molto particolare.
Nel 1933, l’allora duca di York, poi re Giorgio VI, acquisto’ un cucciolo di questa razza, Rozavel Golden Eagle, per regalarlo alla figlia Elisabetta.
A questo primo soggetto se ne aggiunsero presto molti altri dando vita all’allevamento della famiglia reale conosciuto con l’affisso Windsor.
Da allora i Corgi sono divenuti per definizione “i cani della regina”: quando si parla di Welsh Corgi Pembroke molte persone non danno segno di intendere di che razza si tratti, ma quando si parla di “cani della regina” ecco che il viso dell’ascoltatore si illumina del sorriso di chi si sente perfettamente al corrente dell’argomento.
Il Welsh Corgi Pembroke e’ un vivace, curioso ed intelligentissimo piccolo cane, con una caratteristica testa da volpe, gambe piuttosto corte e senza coda.
Ma l’aggettivo “piccolo” va riferito solo alla sua taglia, poiche’ il carattere e’ quello di un cane grande, di un cane da lavoro.
Sono piccoli grandi cani: piccoli e quindi pratici per la loro dimensione grandi di cuore e di carattere.
Da buoni cani da pastore ti camminano a fianco, per ore, su e giu’, con le loro corte zampette, ovunque; da buoni compagni riposano vicino al fuoco, per ore, molto meglio se su una poltrona o un divano.
In ogni caso vivono “con te”.
Sono cani da lavoro, di sana e robusta costituzione, esenti da particolari patologie e che ben si adattano sia alla vita in appartamento che a quella di campagna.
Non necessita di attivita’ fisica particolarmente intensa, anche se e’ piuttosto difficile stancarlo. Il suo pelo corto richiede pochissime cure, pur rappresentando un’ottima protezione contro il freddo e l’umido, dotato com’e’ di un fitto sottopelo.
La sua origine, d’altra parte, e’ quella di un cane da lavoro: e’ stato usato, e lo e’ ancora oggi anche se in misura sempre piu’ ridotta, come pastore di mucche, famoso per la sua particolare caratteristica di mordere i garretti dei bovini e subito dopo appiattirsi al suolo per evitarne il calcio. Le sue capacita’ lavorative, pero’, non finiscono qui : il Corgi e’ un ottimo cacciatore di topi e conigli e talvolta anche di fagiani e pernici, puo’ essere addestrato all’obbedienza e alle prove di agility, e resta per natura un ottimo cane da guardia.
Anche i soggetti cosiddetti “da esposizione” mantengono inalterate queste caratteristiche, contrariamente a quanto e’ accaduto a molte altre razze che, selezionate solo in base a caratteristiche morfologiche, hanno si raggiunto alti livelli di perfezione estetica, ma hanno perso nel contempo qualita’ di carattere e di attitudine al lavoro.[/vc_column_text]
Aspetto generale.
Basso sugli arti, forte, di costituzione robusta, vivace e attivo, deve dare l’impressione di sostanza e resistenza in un volume limitato.
Caratteristiche.
Esprime intelligenza e attitudine al lavoro. Temperamento socievole e amichevole, mai nervoso o aggressivo.
Testa e cranio.
Testa che nell’aspetto e nella forma ricorda quella della volpe, con espressione vivace e intelligente. Il cranio e’ abbastanza largo e piatto tra le orecchie, lo stop e’ moderatamente pronunciato. La canna nasale deve misurare i tre quinti della lunghezza del cranio. Il muso va leggermente affusolandosi. Il tartufo e’ nero. Occhi: ben inseriti, rotondi, di media grandezza, di colore marrone amalgamandosi con il colore del mantello. Orecchie diritte, di media grandezza, leggermente arrotondate. Una linea ideale tracciata dalla punta del naso che passi traverso l’occhio se estesa passa attraverso o vicino alla punta dell’ orecchio. Bocca. Mandibola forte con perfetta, regolare e completa chiusura a forbice; quindi la chiusura deve creare una buona angolazione anche nella mandibola.
Collo di buona lunghezza.
Arti anteriori. L’avambraccio e’ corto e il piu’ diritto possibile, l’avambraccio ben inserito nel petto. Buona ossatura degli arti fino ai piedi. Gomiti ben aderenti al corpo, ne’ scollati ne’ legati. Spalle ben inserite ed angolate a 90° con l’avambraccio.
Tronco di media lunghezza ,con torace ben affusolato. Non corto di rene. Visto dall’alto, dorsale livellata. Petto ampio e profondo, ben disceso tra gli arti anteriori. Arti posteriori. Posteriore forte e flessibile, ben angolata la coscia. Arti posteriori corti con buona ossatura fino ai piedi. Visti posteriormente i garretti sono diritti. Piedi ovali, le dita sono forti, ben arcuate e serrate. Le due dita centrali sono leggermente avanzate rispetto alle dita esterne. I cuscinetti sono forti e ben arcuati, unghie corte.
Coda corta, preferibilmente naturale. Tagliata:corta . Non tagliata: inserita nella linea dorsale. Portamento naturale sopra la dorsale quando in movimento o in allerta.
Andatura e movimento.
Andatura sciolta e vivace, nè lassa nè legata. Gli anteriori si muovono bene in avanti senza troppa elevazione, in unisono con buona spinta dei posteriori.
Mantello di media lunghezza, diritto con fitto sottopelo, mai morbido, ondulato o duro. Colore uniforme in fulvo, sabbia, nero focato con o senza marcature bianche sulle gambe, collo e petto. E’ ammesso un po di bianco su testa e fronte
Taglia e peso.
Altezza al garrese tra 25,4 e 30,5 cm. Peso: per i maschi da 10 a 12 kg; per le femmine da 10 a 11 kg.
Difetti.
Qualsiasi deroga ai punti precedentemente descritti e’ da considerarsi difetto che verra’ penalizzato a seconda della gravita’.
Nota:
i maschi devono avere due testicoli ben discesi nello scroto.[/vc_column_text]